" Liberi Liberi" spettacolo musicale 11-3-2016


Qualche anno fa un gruppo di docenti si è seduto attorno ad un tavolo ed ha cercato di impostare un progetto educativo relativo ad un bando della regione Sicilia che invitava alla presentazione di progetti volti alla prevenzione dell’uso di “alcool, fumo e delle nuove dipendenze patologiche. Le idee, come spesso succede in questi casi, erano tante, e numerose le esigenze che scaturivano dalle difficoltà che ognuno di noi affronta ogni giorno nella scuola, ma alla fine ci siamo concentrati su un’esigenza che è sembrata a tutti noi prioritaria: il recupero dell’emozione e della comunicazione, o meglio ancora della capacità di comunicare realmente le proprie emozioni. Cosa c’entra questo con il tema del progetto regionale che puntava alla prevenzione delle dipendenze? Partendo dall’osservazione della realtà in cui viviamo ci siamo resi conto di una perdita collettiva della funzione immaginativa, della capacità di sognare a occhi aperti, di fantasticare, di inventare, di immaginare, di creare con la fantasia e l'intuizione: tutte funzioni fondamentali per il benessere, garantite alle generazioni precedenti dalla possibilità di giocare per strada con i propri pari, dal ridotto numero di giochi già preconfezionati, dalla mancanza di videogames, e dalla presenza di un dialogo reale e non virtuale. La nostra società ha perso l'orientamento, cerchiamo il senso autentico della vita lontano dagli unici riferimenti veri in cui si può trovare. Tutti siamo alla continua rincorsa di obiettivi esterni: ma l'esterno costituisce esclusivamente la cornice dell'esistenza e alimenta di conseguenza un senso di vuoto che pare non colmarsi mai. Così ci ritroviamo ad essere lontani dall'esprimere noi stessi, la nostra vera natura e i nostri talenti. Non stupisce allora che, in questo stato di profonda ipnosi collettiva in cui si pensa che solo da fuori possa giungere una risposta alla nostra ricerca di senso, si accettino soluzioni miracolistiche come le droghe o le dipendenze. Sono una sorta di pozione magica che, come in tutti i racconti fantastici, promette di tramutare le cose e di darci ciò che più desideriamo. Ma, purtroppo, non funziona. Alla luce di questa riflessione allora abbiamo voluto utilizzare i linguaggi che sono propri dei nostri ragazzi: la musica, il canto, il ballo, il computer, il ritmo ,tutte espressioni che danno l'opportunità di ritrovare la gioia di vivere, perché creano un ponte tra la realtà e l'immaginario .Insomma attività che favoriscono la produzione e ci hanno aiutato a guidarli a riflettere , a pensare, a vivere ed esprimere le loro emozioni, a cercare di recuperare dentro se stessi e la propria sfera emotiva la forza e il coraggio necessari ad affrontare la vita.

Allora cosa portare in scena? Su cosa incentrare la riflessione e l’attività educativa?   Come fare comprendere il senso della dipendenza? Al di là dell'abuso di sostanze stupefacenti, problema così diffuso da non fare più notizia, si stanno affacciando altre forme di dipendenza, che caratterizzano sempre di più la nostra società come una "società drogata". Pensiamo solo alla dipendenza dal cellulare, da internet, dallo shopping, dal cibo, dalle "slot-machine" che si trovano ormai in tutti i bar. Si può diventare dipendenti persino dal calcio, delle serate in discoteca con gli amici o dai social network. Insomma, pare proprio che ai giorni nostri sia difficile non essere dipendenti da qualcosa. Tutti noi abbiamo a che fare con un vuoto interiore che cerca di essere in qualche modo colmato. E i nostri ragazzi ci chiedono di avvicinarsi ad ogni forma di divertimento, di svago, di gioco ad un’età che va via via diventando sempre più giovane: vogliono libertà ma vanno incontro ad ogni tipo di dipendenza! Allora abbiamo preferito approfondire il concetto di libertà. Perché se da un lato la libertà è una condizione nella quale un uomo può decidere in maniera autonoma i propri comportamenti e le proprie azioni dall’altro questo comporta avere dubbi, fare delle scelte, fare anche degli errori, e prendersi la responsabilità delle proprie azioni. La libertà implica il coraggio di affrontare l’imprevedibile: non è facile da gestire. La dipendenza, la costrizione è invece molto più comoda e semplice, implica soltanto la mera esecuzione di qualche direttiva altrui o di un ordine più alto. Libertà non significa libertà di fare quello che ci pare! Per Libertà si intende il diritto di ogni individuo a pensare e ad agire in maniera autonoma, ma sempre nel pieno rispetto del prossimo e delle regole condivise in ogni società civile. Questa è la conclusione a cui arrivano i protagonisti del musical che abbiamo messo in scena attraverso un percorso di maturazione e crescita che speriamo sia stato condiviso anche dai nostri allievi.

Mi corre l’obbligo di precisare che per noi la drammatizzazione, lo spettacolarizzazione non sono stati il fine ultimo della nostra azione, sono stati degli strumenti didattici, dei mezzi che ci sono serviti per raggiungere degli obiettivi. I tutors di progetto non sono né attori, né registi, né coreografi, né scenografi. Ognuno di noi ha fatto del suo meglio, con l’unico scopo di tirare fuori dai nostri allievi le loro migliori abilità e metterle a servizio di una loro crescita interiore. I nostri ragazzi non sono attori, ballerini o cantanti, sono gli alunni della scuola secondaria di primo grado, tutti quelli che hanno voluto partecipare a questa iniziativa, di qualunque classe e di qualunque età.

Liliana Fadda